18 gennaio 2011

Uno sbirro di ferro

Complice una giornata no,l'ansia per un motivo personale molto importante che mi riguarda o che so io,
l'altra sera non son riuscito a chiudere occhio e in piena notte salto giù dal letto e accendo la  tv sperando che i noiosissimi palinsesti nostrani televisivi facciano il loro effetto.
Grazie al digitale terestre e all'esponenziale incremento dei canali decido di controllare i film sui canali tematici e su RaiMovie ti becco l'inizio di Robocop.

Erano anni che non lo vedevo anche se a suo tempo, per un certo periodo, lo vidi e rividi spesso.

La distanza di tempo tra l'ultima volta e questa ha creato quella specie di azzeramento mnemonico dei particolari, pur ricordando per bene le scene clou e la trama, cosicchè rivederlo mi ha fatto notevolmente piacere.
Si perchè Robocop il primo della trilogia è un ottimo prodotto, non certo un capolavoro ma ha di base l'ottima idea del poliziotto cyborg ma il soggetto ha una struttura classica e la sceneggiatura pesca a piene mani più dagli action movie che dai film sci-fi; le due caratteristiche ben si conpensano soddisfacendo entrambi gli aspetti.
Come dicevo la storia ha un impianto classico e il finale con la battuta finale di Robocop al capo della OCP per me chiude degnamente il film.
Non ho apprezzato quasi per niente all'epoca ne i due seguiti ne i cartoni animati e non ho mai letto i comics ad esso ispirati che non mi hanno mai convinto abbastanza.
Credo che rimanga tutti gli effetti l'ultimo di quel gran filone anni 80 che cercava di mixare fantascienza e azione nei film, (la pellicola risale al 1987) quando i produttori piuttosto che buttarsi sui remake o sequel come adesso cercavano idee e spunti sui classici della letteratura fantascientifica o addirittura si affidavano alle sceneggiature originali dei loro autori.
A parte questa piccola nota polemica vi lascio sul finire la trama presa da wikipedìa



Detroit, Michigan. La città si trova in uno stato di disastro a causa delle precarie condizioni economiche del municipio e di un feroce dilagare della delinquenza, sempre più organizzata in bande brutali e violente sotto il controllo del feroce criminale pluriomicida Clarence Boddicker, mentre i poliziotti impotenti contano ogni giorno e con costernazione il crescente numero dei propri caduti.
In questo mentre la potentissima multinazionale OCP stipula un contratto con l'amministrazione comunale per dirigere il dipartimento di polizia, giungendo presto a scontarsi con i relativi sindacati. Di fatto questa è la prima mossa che porterebbe l'azienda ad acquisire legalmente una piena proprietà privata su Detroit, attuandone la demolizione allo scopo di edificare Delta City, una innovativa megalopoli utopistica destinata a divenire, almeno sul piano della propaganda, il simbolo eloquente di un nuovo ordine di pace e pulizia. Tuttavia, per poter dare il via definitivo al progetto è necessario eliminare dapprima il crimine, ragion per cui la divisione sicurezza della OCP progetta potenti ma rozze macchine denominate ED209, "Enforcement Droid 209", con la funzione di controllare il crimine e di garantire enormi profitti nel mercato militare.
Ma il progetto, fortemente caldeggiato da Richard Jones, il vicepresidente del gruppo, subisce una brusca frenata nel momento in cui uno dei prototipi presentato a una riunione del consiglio di amministrazione uccide barbaramente Kinney, giovane e autorevole consigliere, cosa che sospinge il presidente della Corporation a dare il via alla realizzazione del progetto RoboCop di Robert Morton, dirigente del settore della sicurezza che fino a questo momento è riuscito a farne solo un piano di riserva. Robocop è un ambizioso prototipo di tecnologia che prevede la costruzione di un organismo cibernetico utilizzando parti organiche umane viventi, soprattutto il cervello, potenziandone le capacità cognitive di base e affiancandole a un programma informatico di prevenzione del crimine, impostandone il comportamento e un corretto svolgimento delle sue mansioni.
Proprio in questo periodo Alex Murphy, un onesto e coraggioso poliziotto, viene distaccato al Metro West di Detroit, e inizia a lavorare con Anne Lewis, una collega dai modi assai mascolini e risolutivi. Quando Murphy e Lewis incontrano la banda di Boddicker, tra i poliziotti e i delinquenti infuria la sparatoria e una rocambolesca corsa lungo le strade urbane ed oltre. Raggiunta un'acciaieria abbandonata, i due poliziotti decidono di fare irruzione senza alcun aiuto esterno perché i rinforzi sarebbero arrivati troppo tardi. Vengono presi di sorpresa. Lewis viene tramortita e creduta morta, mentre Murphy viene barbaramente mutilato e ridotto in fin di vita a colpi di fucile a pompa dalla banda criminale.
Dopo alcuni tentativi di rianimazione viene dichiarato morto e il suo cadavere finisce nei laboratori diretti da Robert Morton, futuro vice presidente della divisione sicurezza della OCP, e viene sottoposto a un complicatissimo intervento. Il poliziotto impiegato per la costruzione di Robocop, le parti mutilate, ovvero la maggior parte del corpo, vengono sostituite da protesi meccaniche rivestite da una corazza di titanio e kevlar. Il suo cervello viene affiancato ad un sistema informatico in cui è inserita la programmazione di base e 3 direttive inviolabili (più una nascosta) che determineranno il suo comportamento di agente di polizia e di obbedienza verso i funzionari OCP. RoboCop, il nuovo Murphy, è apparentemente privo di memoria circa la vita precedente. Le sue prime azioni contro i criminali della città sono brutali e risolutive. In poche settimane, la popolazione di Detroit lo vede come un eroe. I criminali lo temono in quanto è invulnerabile anche alle pallottole. Nonostante la sua nuova essenza, il programma che gli domina la mente, il poliziotto robotico subito inizia a compiere piccole azioni con lo stile di Alex Murphy: fa ruotare la pistola prima di riporla, afferra al volo con estrema precisione le chiavi dell'auto, parte troppo velocemente in macchina, pronuncia alcune frasi che usava in passato.
Dopo l'incontro con uno dei suoi assassini, il quale lo riconosce dalla frase: "Vivo o morto tu verrai con me", il cyborg inizia a ricordare con continuità e vivido sentore gli attimi più importanti e commoventi della sua vita passata e del momento in cui è stato brutalmente ucciso. Pochi giorni dopo arresta Clarence Boddicker e scopre per sua stessa ammissione che è protetto da Dick Jones, il vice presidente della OCP. Quando si reca da quest'ultimo per arrestarlo, il suo sistema informatico gli genera una forte crisi che provoca dolore e inibisce i movimenti, in quanto l'arresto di Jones viola una delle direttive primarie della sua programmazione (la quarta).
Alex Murphy (ormai appresa la sua identità) viene danneggiato gravemente dal prototipo dell'ED209 e dai suoi stessi colleghi poliziotti (sotto ordine superiore -OCP-), ma viene salvato in tempo dalla collega Lewis, che nel frattempo lo ha riconosciuto osservandolo nei molteplici aspetti che rispecchiavano la reale personalità di Murphy. I due fuggono nell'acciaieria dove Alex Murphy era stato ucciso, e in questo luogo l'agente recupera gli ultimi ricordi rimasti sepolti nella memoria. Boddicker tuttavia lo rintraccia, incaricato da Jones di distruggerlo, evitando l'incriminazione per favoreggiamento. La sparatoria è violenta e spaventosa. Lewis rimane ferita, ma Murphy riesce a uccidere i suoi assassini uno dopo l'altro.
Recatosi al palazzo della OCP, Murphy si prende una rivincita contro ED209 (distruggendo il modello che faceva la guardia al palazzo), irrompe durante una riunione dei dirigenti e collega la sua memoria al computer principale, dimostrando a tutti la fondatezza dell'accusa di corruzione con la quale intende arrestare Dick Jones. Il presidente della OCP, preso in ostaggio, licenzia Jones, consentendo a RoboCop di aprire il fuoco per ucciderlo. Alla fine l'anziano presidente chiede al cyborg come si chiama: «Murphy!» risponde sorridendo il poliziotto.


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