14 aprile 2013

Long Wei...da Milano con furore

Il primo numero di un fumetto è sempre un’incognita, sia per gli autori che per i lettori.
I primi sperano di riuscire a destare curiosità in un mercato sovraffollato di concorrenti nonostante la crisi economica, i secondi invece perchè smaliziati dal fatto che, tra nuove e vecchie letture, ben poco di esordiente può dirsi nuovo e interessante.
Tra questi ci sono anch’io: avvicinarmi a un numero uno di un fumetto è sempre affascinante e timoroso; la delusione potrebbe essere dietro l’angolo.
Long Wei la nuova miniserie Aurea però ha tra i suoi papà Recchioni (che a quanto ho letto ha gettato le basi) e Diego Cajelli ai testi che ha sviluppato il tutto affiancato da un ottimo team di disegnatori.
La cover del n°1 edizione limitata Cartoomics di Milano


Diego Cajelli non ha certo bisogno di presentazioni essendo uno dei migliori sceneggiatori degli ultimi anni (personalmente fumettisticamente lo conosco dai tempi di “Capitan Italia” ) in forze alla Bonelli con Dampyr ma dal curriculum che spazia da opere personali alla collaborazione con l’Astorina e il suo Diabolik.
Il retroterra culturale che c’è dietro Long Wei è particolare: arti marziali e ambientazione tipica dei film di genere cinese, da dove mosse i suoi primi passi l’indimenticabile Bruce Lee (e che in qualche modo viene omaggiato anche in questo numero di esordio) ma il tutto narrato nella chinatown milanese.