15 gennaio 2011

Io ne ho... viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…

Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione…
E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser…
E tutti quei… momenti andranno perduti nel tempo…
Come… lacrime… nella pioggia…
È tempo… di morire…

Complice le vacanze natalizie (ormai andate) ho passato dei giorni a godermi films e letture come non accadva da tempo.
In occasione della trasmissione della Final Cut di Blade Runner mi sono rivisto per l'ennesima volta questo capolavoro in tv, pur possedendo la copia in dvd della Domestic's cut.
E' stato un flash; la fame di fantascienza si è intrappolata di me e sono in pieno trip per il film.
Blade Runner è il classico esempio di come un film sia ben riuscito nel senso proprio di opera ben congeniata da chi l'ha voluta e diretta (Ridley Scott).
Infatti personalmente ritengo che ogni qualvolta una stessa pellicola risulta fresca e piena di spunti di riflessione, andando a mettere in scena una storia che si chiude in un gioco perfetto di incastri di vari livelli di lettura, sempre piacevole è destinata a imperitura gloria e riscoperta.
E' un classico senza tempo, figlio di quei gloriosi anni 80 che ultimamente vengono celebrati anche in un sequel di un'altra gloria (più di nicchia) della sci-fi d'epoca: Tron.
Dicevo del libro; in effetti il libro è molto diverso dal film. Personaggi e storia differiscono molto ma fino a un certo punto.
In pratica, lo spirito, le riflessioni che Philip K. Dick cerca di trasmettere al lettore incredibilmente rimangono chiare e distinte anche nel film che prendendo personaggi e trama rielabora la storia offrendo lo stesso "piatto" in maniera diversa.
Quello che rimane è sempre l'interrogativo principe che dal libro al film regna sovrano: cos'è la vita? cosa intendiamo per vivo? un simulacro di vita che arriva al livello di un uomo può arrivare a pretendere la parità di esistenza.
E' alla luce di interrogativi come questi che è impossibile non rimanere affascinati e depressi dal monologo finale di Roy: una delle scene più toccanti e memorabili della cinematografia mondiale.
Consiglio a tutti la lettura del romanzo che aiuta anche se non c'è ne bisogno non tanto il come e perchè si è arrivati al film ma quanto del film è stato aggiunto per completare il libro (a mio parere) e quanto l'omesso e il cambiato non pregiudichino lo spirito originario del libro stesso.


3 commenti:

  1. pensa che il dialogo storico che tutti ricordano, ho visto cose........etc etc, è una invenzione di rutger hauer, che nel momento di girare travisò il copione e tirò fuori questa potenza immaginifica, riddley fu talmente sbalordito che la inserì nel film. fantastica la colomba quando al suono di "è tempo di morire" gli vola in faccia come se fosse l'anima di un essere artificiale ora non più tale. capolavoro!!!
    fra

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  2. ho letto su Wikipedia che rutger hauer h aggiunto solo "Come lacrime nella pioggia"

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  3. io avevo visto, un intervista su sky un pò di tempo fa e riddley scott diceva sta cosa sull'attore, poi non so magari alcune cose le aeva messe il regista nel moologo.
    comunque è un capolavoro assoluto.
    fra

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