01 marzo 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot

E’ da pochi giorni uscito nelle sale un film italiano che parla di supereroi. Un opera prima per il regista e un nuovo tentativo per il cinema di genere (superoistico) in Italia, dopo il mezzo passo falso de “Il ragazzo invisibile” di Salvatores (che ancora non sono riuscito a vedere), sempre a detta della massa che esprime giudizi sul web e dalla critica specializzata.


Certo il film del regista Mainetti (autore del corto osannato da tutti “Basette” incentrato più o meno su Lupin, quello del cartone, ) ha un titolo azzeccato.
Forse un po’ specchietto per le allodole se vogliamo, ma col senno di poi e con il peso dei “come” e dei “perché” sull’uso del vecchio personaggio dei cartoni naganiani, la scelta era l’unica possibile anche per portare al cinema tutta una generazione di quarantenni, la nostra, al cinema; forse anche qualcuno di più vecchio che l’ha vissuta da lontano, essendo fuori target d’età, ma che sapeva bene negli anni 80 chi era Hiroshi shiba o cos’era il cartone Jeeg Robot d’acciaio.