03 novembre 2011

Il Giannizzero nero

Mi sono avvicinato alla lettura di Dago, pur conoscendolo di fama e senza aver mai provato a leggerlo, per un caso fortuito. Durante un banale day-ospital, nell'attesa del mio turno che era molto in là da divenire, per ingannare il tempo decisi di acquistare nell'edicola dell'ospedale la raccolta di quel mese della rivista contenitore della Aurea, Lanciostory.
Come dicevo, fino a quel giorno, Dago era un titolo a me noto, di cui conoscevo peraltro il largo consenso che addirittura negli anni tendeva anche ad aumentare, ma io non mi ero mai degnato di approciarvici.
O meglio, ci provai, ma mi fermai a leggere le varie info sul web e non subii nessun interesse a comprare la rivista.
Quel fatidico giorno però, lessi tutti e quattro gli episodi della raccolta e fui letteralmente folgorato.
Innanzitutto i disegni: il segno così preciso e realistico, tratteggiato; legggendo un episodio qualsiasi non si può  non ammirare la maestria di Carlos Gomez nella ricostruzione fedele degli ambienti storici, dell'abbigliamento e degli edifici. Nulla in ogni tavola e in ogni vignetta è lasciato all'improvvisazione ma è frutto di un rigoroso (suppongo) studio iconografico del rinascimento europeo.
Una vera gioia per gli occhi per ogni appassionato di fumetto che si definisca tale.
A pari livello sono i testi: solidi soggetti con sceneggiature particolareggiate; poche sequenze in grado di raccontare in una manciata di pagine situazioni ricche di eventi ma allo stesso tempo dialoghi e momenti che rendono al meglio il carattere di protagonisti e comparse.
Adoro moltissimo gli stacchi in solitaria, in cui Dago riflette dando modo di esibire a Robin Wood brillanti momenti di puro lirismo.
E' grazie a questi frangenti che si intravede qualcosa del personaggio, che ti fa incuriosire circa il suo passato tormentoso e rimanere affascinati dal suo modo di fare così distaccato e cinico che non si tira indietro davanti all'azione.
Sia ben chiaro che Dago non è il classico eroe in difesa dei deboli , un vagabondo per l'Italia e l'Europa del 1500. Non disdegna di uccidere se ne vale la pena ne di collaborare con cattivi despoti e signorotti locali.
Proprio nel volume della raccolta del mese scorso, tramite le sue parole è uscita fuori la miglior espressione per definire la sua personalità

"Arrivederci, splendidi nemici... siete come...
non obbedite ai re e ai nobili...ne' ai poteri
terreni delle chiese...obbediamo solo
alla nostra morale, che non sarà morale,
ma è giusta per noi"

Le storie di Dago inedite vengono proposte sul settimale Lanciostory e la raccolta invece raccoglie le riviste dell'anno precedente e visto la comodità del formato e il rapporto prezzo numero di pagine sto seguendo appunto quest'ultimo. Di Dago comunque c'è anche un monografico di storie mai apparse sul settimale slegate dalla continuity mentre quelle che sono comparse sulla rivista da qualche anno a questa parte sono ristampate su un mensile monografico che sto cercando di recuperare e che parte proprio dalla prima sequenza che nel 1983 esordì in Italia.
Purtroppo i primi volumi sono già introvabili nonostante questa serie sia iniziata dieci anni fa. Segno tangibile del''enorme consenso che lentamente ma costantemene va aumentando!!!

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