29 dicembre 2015

Il mio nome è Jones, Jessica Jones

Ho lasciato passare un bel po' di tempo dopo aver finito di guardare la prima (e per adesso unica) stagione di Jessica Jones. Impegni si, ma anche lasciato sendimentare il tutto per un giudizio più lucido.




Togliamoci il dente avvelenato subito: non è Daredevil. Arrivare a bissare qualità e successo da parte di Netflix era arduo ma questo non significa che Jessica Jones non sia stata una serie al di sopra della qualità media di altri prodotti simili proposti da altri studios e emittenti televisi. (Arrow sto parlando di te si!).
Essendo parte del progetto che porterà alla realizzazione dei Defenders (Daredevil, Jessica Jones e i futuri Luke Cage e Iron Fist) non potevo esimermi dal guardarlo.
Si, infatti avendo abbandonato da anni le letture del Marvel Universe fumettistico, per me JJ era una perfetta sconosciuta. Armato della scarna infarinatura di informazioni reperite su wikipedìa mi sono messo a guardare questo telefilm.
Quindi con zero aspettative, mi sono appassionato alle vicende di questa cazzutissima investigatrice privata (un'azzeccatissima Krysten Ritter che usa i suoi poteri (per lo più forza sovrumana e scarse abilità di volo) per agevolare il suo lavoro. Sconvolta da un recente passato, in cui è stata vittima di un super cattivo che si fa chimare Killgrave (un David Tennant superlativo) che manipola la mente e la volontà altrui, passa le sue giornate affogando nell'alcol e convivendo con i suoi demoni interiori e la sua solitudine.Eccezion fatta per la sua amica sorrellastra Patricia Walker, del vicino di casa Malcolm e dall'avvocato gay Jeri Hogarth.
Spaventata dal suo ritorno, scoperto indagando su un caso di una ragazza scomparsa, la prima reazione di Jessica è scappare quanto più lontano. Per poi decidere di rimanere e affrontare lui e i demoni interiori che la tormentano. Lungo la serie scopriamo che si porta enormi conflitti interiori fin dalla morte dei suoi e della insorgenza dei super poteri causati da un incidente d'auto da lei provocato .
I comprimari , Luke Cage su tutti, aiuteranno Jessica su questo doppio binario di rimarginazione sia psichico che fisico, riuscendo a liberla del tutto del giogo mentale di Killgrave fino a riuscire a eliminarlo del tutto di scena.
Telefilm dai toni cupi drammatici adulti, come per Daredevil, la componente fumetto è drasticamente ridotta per far risaltare personaggi e drammi interiori. Una seria adulta, come detto, per adulti che possono ma che non devono per forza conoscere il personaggio fumettistico, calato in pieno nel marvel cinematic universe ma che ne rimane ai margini (il giusto) per seguire il percorso di questa ex eroina metropolitana.
Non conosco il fumetto , che comunque ho recuperato e che sto leggendo, ma suppongo che ci siano sostanziali differenze ma è anche altresì vero che è molto coerente con quanto fatto finora su Daredevil (apprezzo il fatto di non aver fatto comparire come nel fumetto Matt Murdock e che si siano limitati a un collegamento utilizzando il personaggio di Rosario Dowson) e il resto della produzione per così dire live action del mondo Marvel. Mi piace che venga rappresentato questo specie di avvento di tizi con superpoteri a livello globale.
Tecnicamente ho apprezzato molto fotografia e location. Non la solita New York ma strade, vicoli, grattacieli con una regia e fotografia da mozzare il fiato. Inquadrature quasi da documentario; a fine telefilm mi è sembrato di essere stato una settimana a New York per quanto il coinvolgimento visivo era intenso.
Adesso non rimane che aspettare la serie di Luke Cage e forse in contemporanea la seconda di Daredevil e mi piacerebbe vedere una comparsata della stronzissima e politically Scorrect Jessica.



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