Un morto che cammina.
Il caso vuole che torni a scrivere sul blog, che era praticamente morto, parlandovi di The Walking Dead, il fumetto arcinoto al mondo che parla di zombie e “morti-che-camminano”.
Il caso vuole che torni a scrivere sul blog, che era praticamente morto, parlandovi di The Walking Dead, il fumetto arcinoto al mondo che parla di zombie e “morti-che-camminano”.
La prima meravigliosa copertina |
Un po’ appunto come questo blog.
E’ la seconda volta che devo fare un mea culpa con i fumetti di Kirkman.
La prima volta l’ho fatto con “Invincible” salvo poi ritrovarmi a correre ai ripari.
E’ la seconda volta che devo fare un mea culpa con i fumetti di Kirkman.
La prima volta l’ho fatto con “Invincible” salvo poi ritrovarmi a correre ai ripari.
Ma torniamo a The walking dead: davanti al plebiscito mondiale di apprezzamento e allo stracciamento di vesti quando si parla del serial arrivato alla III stagione non ho potuto fare a meno di approfittare dell’uscita della riedizione in formato quaderno a 96 pagg della SaldaPress.
Il fatto è che non amo zombie e l’horror in genere, quindi pensavo: che ci troveranno di tanto bello in un fumetto sugli zombie??. Il tutto ovviamente senza aver mai aperto una pagina del fumetto.
Chiuso il primo albo mi son detto: ok sono un pirla. Il fatto è che, come è stato spiegato nelle note introduttive, TWD non è una serie horror, piuttosto una soap opera che sfrutta l’elemento narrativo degli zombie; in uno scenario in cui un’epidemia trasforma i vivi, i non morti, quando vengono a contatto con il sangue infetto, il fumetto descrive le dinamiche sociali che ne scaturiscono.
Leggendo, non ho potuto fare a meno di percepire sensazioni già provate con romanzi e fumetti del genere. D'altronde non è un soggetto originale che decreta il successo di un’opera ma saperla raccontare, e in questo Kirkman è davvero bravo: poche vignette significative, dialoghi asciutti e esaurienti e ti ritrovi a sapere tutto di tutti o quasi.
Nel primo albo e quindi nei primi numeri ho notato piccoli buchi narrativi e incongruenze ma tutto sommato la storia cattura, si fa conoscienza dei comprimari e il classico cliffhanger a fine albo ha sortito il suo effetto. Son curioso di leggere come continua e credo che l’avvertimento sempre nelle note si azzeccato, creerà dipedenza (così come lo fece a suo tempo Invincible) ed è un fumetto potenzialmente a gittata infinita. Perché pur se il protagonista è il vice-sceriffo Rick Grimes, la descrizione della vita quotidiana, le miserie umane, le ristrettezze e gli abissi che l’animo umano può raggiungere non hanno limiti.
Ci rivediamo qui per il secondo numero .
Il fatto è che non amo zombie e l’horror in genere, quindi pensavo: che ci troveranno di tanto bello in un fumetto sugli zombie??. Il tutto ovviamente senza aver mai aperto una pagina del fumetto.
Chiuso il primo albo mi son detto: ok sono un pirla. Il fatto è che, come è stato spiegato nelle note introduttive, TWD non è una serie horror, piuttosto una soap opera che sfrutta l’elemento narrativo degli zombie; in uno scenario in cui un’epidemia trasforma i vivi, i non morti, quando vengono a contatto con il sangue infetto, il fumetto descrive le dinamiche sociali che ne scaturiscono.
Leggendo, non ho potuto fare a meno di percepire sensazioni già provate con romanzi e fumetti del genere. D'altronde non è un soggetto originale che decreta il successo di un’opera ma saperla raccontare, e in questo Kirkman è davvero bravo: poche vignette significative, dialoghi asciutti e esaurienti e ti ritrovi a sapere tutto di tutti o quasi.
Nel primo albo e quindi nei primi numeri ho notato piccoli buchi narrativi e incongruenze ma tutto sommato la storia cattura, si fa conoscienza dei comprimari e il classico cliffhanger a fine albo ha sortito il suo effetto. Son curioso di leggere come continua e credo che l’avvertimento sempre nelle note si azzeccato, creerà dipedenza (così come lo fece a suo tempo Invincible) ed è un fumetto potenzialmente a gittata infinita. Perché pur se il protagonista è il vice-sceriffo Rick Grimes, la descrizione della vita quotidiana, le miserie umane, le ristrettezze e gli abissi che l’animo umano può raggiungere non hanno limiti.
Ci rivediamo qui per il secondo numero .
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