30 dicembre 2012

A che ora è la fine del mondo...?

La citazione alla cover del Liga nel titolo è voluta.
Dopo il falso allarme dei Maya e soprattutto all'ennesima cattiva lettura di Martyn Misterè 324 quasi quasi la fine del mondo sarebbe auspicabile piuttosto che continuare con questa altalena qualitativa tendente al ribasso che ha preso il mio bimestrale preferito.
Un po' Mist un po' Fallin sky un po' ciofeca

Ovviamente esagero...(non più di tanto in realtà)

Ma andiamo con ordine. La trama è abbastanza intrigante: un gruppo di personalità scentifiche e di rilievo, tra cui Misterè, vengono prelevate loro malgrado, dall'esercito e dopo alcune reticenze vengono messi al corrente del perchè, dall'ufficiale che guida la missione.
E' in atto la più grande e potenzialmente disastrosa tempesta solare di tutti i tempi. Le conseguenze metteranno a rischio la civiltà così come la si conosce e sarà la fine del mondo; solo quel gruppo è in grado di affrontare lo scenario catastrofico che scaturirà dall'avvenimento.
La storia, tra imprevisti e colpi di scena fila via abbastanza linearmente con una deviazione narrativa verso una direzione diversa da quella presupposta all'inizio fino allo stravolgimento (oserei dire assurdo e illogico) della fine, in cui motivazioni e sviluppi logici saltano del tutto, lasciando il lettore incredulo su una sequenza che non sta in piedi.
Addirittura le ultime pagine passano dalla narrazione diretta alla rappresentazione didascalica in cui l'epilogo è affidato al resoconto che Martin a fine avventura riversa sul suo pc.
L'idea che ci si fa a leggere la parte finale dell'albo è che a metà albo Mignacco abbia perso la bussola senza sapere più come proseguire inventando un capovolgimento di trama giustificandolo in maniera talmente assurda che di fatto rende iniqua anche la prima parte dell'albo.
Ai disegni troviamo un'ottima prova di Tuis, anche se in alcune parti l'aiuto di Romanini crea uno staco troppo evidente soprattutto nella rappresentazione dei personaggi senza comunque pregiudicare più di tanto la lettura.
Sarò petulante ma lascia davvero l'amaro in bocca questo albo e tutto l'anno editoriale del nostro BVZM.
Al grido de "aridatece Castelli" ci rileggiamo alla prossima.

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