21 maggio 2011

Martin Mystère 314 - La marea grigia

Venezia, anno 1630. La città è sconvolta dall’epidemia di peste, e migliaia di vittime vengono portate ad attendere una morte quasi sicura sull’isola del Lazzaretto. 
Di nuovo a Venezia, anno 2011. Nel corso di uno scavo al Lazzaretto, un archeologo rinviene uno scheletro che stringe tra le mani uno scrigno. Tutti attorno a lui giacciono i resti perfettamente conservati di un esercito di ratti. Quando lo studioso muore in circostanze drammatiche, un suo allievo chiede aiuto a Martin Mystère perché lo liberi da un incubo che ormai angoscia ogni istante della sua esistenza: l’impressione - anzi, la certezza - di essere osservato passo dopo passo da centinaia di piccoli occhi infinitamente malvagi.

Soggetto e sceneggiatura: Luigi Mignacco
Disegni: Paolo Ongaro
Copertina: Giancarlo Alessandrini
 

Buon numero l'ultimo albo del BVZM,diciamo che siamo nella sufficienza dei bei tempi andati.
Nonostante ciò, nonostante che a lettura finita sia rimasto soddisfatto, come già ripetuto alla nausea qualcosa non mi torna.Ho quella spiacevole sensazione che mi spinge a dire "va bene ma non siamo ancora come ai vecchi tempi".
Andando a vedere bene però l'albo è davvero ben fatto: Mignacco segue il classico canovaccio dei due filoni narrativi, uno storico e l'altro nel presente che si alternano fino a spiegare un po' tutti gli aspetti come dire didascalici per far scorrere la trama fino al finale.Tutti i nodi vengono sciolti nel finale e anche alcune piccolezze (tipo la telefonata di Diana che giustifica in questo modo l'esclusione dall'economia della storia del suo personaggio).
Anche l'azione non manca e i disegni sono più che sufficienti con Ongaro che nella rappresentazione di Venezia negli esterni fa un degnissimo e pregevole lavoro.
Quindi a conti fatti non capisco perchè mi rimane sempre quest'amaro in bocca.
Magari avrei voluto un qualche colpo di scena in più,o magari un finale un pelino meno realistico ma più efficace a livello narrativo.Non saprei proprio dire.
Poi una riflessione che a mente fredda mi viene è che dopo tanti anni ,questa autoconclusività forse ha un po' stancato (a me perlomeno) ma immaginare Martin Mystère con una continuty (anche se blandamente ce l'ha comunque) mi fa un po' strano e non credo sia una ricetta che incrementerebbe le vendite o risalire la china del gradimento del fandom.
Forse la soluzione è nel mezzo:storie si autoconclusive ma con piccoli accenni a una sottotrama che si dipana in un arco di albi.
Intanto il numero su, è decisamente nella media, quindi va bene così :una piacevole lettura ,che di questi tempi non è mai poca cosa.

1 commento:

  1. "Forse la soluzione è nel mezzo:storie si autoconclusive ma con piccoli accenni a una sottotrama che si dipana in un arco di albi"

    Mmm... direi piuttosto che se gli abbinassero una controparte femminile (tipo tomb Raider), invece di quel gorilla che si porta dietro, magari...

    Gioverebbe anche un bel lifting a volto, corpo e anche data di nascita!^^

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