Mi sono avvicinato a Dr. Morgue scettico, incuriosito ma scettico.
Dal titolo di questa ennesima miniserie Star Comics e la bellissima copertina, mi aspettavo una sorta di horror surreale che ammiccasse o che richiamasse almeno formalmente nei limiti del concesso al celeberrimo Dylan Dog di casa Bonelli con conseguente delusione nel sottoscritto.
Inaspettatamente il primo numero m’è piaciuto molto nonostante che a lettura ultimata ho realizzato che il genere in realtà sia un crime/fantasy e che i disegni non mi abbiano soddisfatto molto.
Cosa mi è piaciuto quindi? La caratterizzazione del protagonista: Yoric Malatesta è un coroner della polizia di Montreal ma caratteristica peculiare, soffre della sindrome di Aspenger.
Questo lo rende a mio parere una sorta di ibrido tra Dr House e Detective Monk.
A dirla tutta durante la lettura il carattere spigoloso e le affermazioni sgradevoli frutto della malattia del protagonista sono state e lo sono tuttora uno dei motivi che mi spinge all’acquisto del fumetto. Infatti l’interazione così atipica del protagonista con i suoi comprimari, principalmente i colleghi di polizia, unita alla sottotrama di fondo che vede il sindaco di Montreal come capo di una specie di setta che sta dietro le morti che si stanno susseguendo di numero in numero sono l’ottimo mix che arricchisce e rende davvero diversa dal solito questa miniserie.
I numeri finora usciti tutti a cadenza bimestrale sono 3 e le due autrici Silvia Mericone e Rita Porretto hanno confezionato finora delle ottime storie ben scritte e di spessore con molti momenti di pura riflessione per niente scollegati dal filo narrativo, come già detto legate tra loro ma autoconclusive. Credo che tra le miniserie Starcomics degli ultimi anni sia davvero l’unica che ha le carte in regola per una lunga serialità a patto che si trovino disegnatori che valorizzino al meglio le sceneggiature perché a mio modesto parere e ovviamente secondo i miei gusti nei tre albi finora i disegni hanno penalizzato la qualità complessiva dell’opera.
Comunque posso affermare che un acquisto che era quasi una scommessa è diventata una piacevole sorpresa
Dal titolo di questa ennesima miniserie Star Comics e la bellissima copertina, mi aspettavo una sorta di horror surreale che ammiccasse o che richiamasse almeno formalmente nei limiti del concesso al celeberrimo Dylan Dog di casa Bonelli con conseguente delusione nel sottoscritto.
Inaspettatamente il primo numero m’è piaciuto molto nonostante che a lettura ultimata ho realizzato che il genere in realtà sia un crime/fantasy e che i disegni non mi abbiano soddisfatto molto.
Cosa mi è piaciuto quindi? La caratterizzazione del protagonista: Yoric Malatesta è un coroner della polizia di Montreal ma caratteristica peculiare, soffre della sindrome di Aspenger.
Questo lo rende a mio parere una sorta di ibrido tra Dr House e Detective Monk.
A dirla tutta durante la lettura il carattere spigoloso e le affermazioni sgradevoli frutto della malattia del protagonista sono state e lo sono tuttora uno dei motivi che mi spinge all’acquisto del fumetto. Infatti l’interazione così atipica del protagonista con i suoi comprimari, principalmente i colleghi di polizia, unita alla sottotrama di fondo che vede il sindaco di Montreal come capo di una specie di setta che sta dietro le morti che si stanno susseguendo di numero in numero sono l’ottimo mix che arricchisce e rende davvero diversa dal solito questa miniserie.
I numeri finora usciti tutti a cadenza bimestrale sono 3 e le due autrici Silvia Mericone e Rita Porretto hanno confezionato finora delle ottime storie ben scritte e di spessore con molti momenti di pura riflessione per niente scollegati dal filo narrativo, come già detto legate tra loro ma autoconclusive. Credo che tra le miniserie Starcomics degli ultimi anni sia davvero l’unica che ha le carte in regola per una lunga serialità a patto che si trovino disegnatori che valorizzino al meglio le sceneggiature perché a mio modesto parere e ovviamente secondo i miei gusti nei tre albi finora i disegni hanno penalizzato la qualità complessiva dell’opera.
Comunque posso affermare che un acquisto che era quasi una scommessa è diventata una piacevole sorpresa
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