19 luglio 2015

Zagor 600

Non sono un lettore di Zagor. Non un affezionato almeno.
Ho letto alcune delle prime storie, conosco bene la biografia del personaggio e nulla più.
Ho comprato l’ultimo numero in edicola, il n° 600 (651 sulla costina perché,  come sanno ormai anche i sassi,  la collana Zenith iniziò a ospitare e riprendere Zagor e le sue storie dall’inizio con il n°51) per la solita mia abitudine all’acquisto di numeri uno e speciali nonché celebrativi.

Grazie alle note di Burattini e al fatto che è una storia autoconclusiva, è stata una piacevole e graditissima lettura.

Gli alieni villains del numero sono gli Akkroniani, una creazione letteraria del compianto Sergio Bonelli che qui vengono ripresi credo anche in omaggio a lui per celebrare questo centenario che se non erro è il primo del personaggio senza il suo creatore.
E infatti la vicenda si snoda nella più classica tradizione bonelliana e sembra quasi addirittura , tra trama e dialoghi, di leggere una delle magnifiche storie di nolittiana memoria.
La classicità e il solito schema “antefatto - problema - scontro - colpo di scena - lieto fine” nulla toglie alla spettacolarità della storia e al suo appassionarvici.
Sarà forse l’età che avanza nel sottoscritto, ma una semplice e sana avventura  vecchio stile ma ben scritta, è sempre una gioia.
Non entro nel merito per non spoilerare anche perché ci sono piccoli rimandi alle storie in cui questi alieni comparvero.
Ai disegni come per ogni numero celebrativo, c’è il creatore grafico del personaggio, il disegnatore fino a oggi di TUTTE le copertine di Zagor e dei primi mitici numeri (strisce e poi nel formato “quaderno”). L’uomo recordman che ha legato a filo doppio il suo nome a quello del personaggio che ha contribuito a creare. Galliano Ferri sta a Zagor come Galep lo fu per Tex.
In giro ho letto poco lusinghieri sull’attuale segno di Ferri. De Gustibus.
Disegni dal tratto classico eppure non affatto datato o fuori tempo. Persino il colore, che di solito per storie che nascono a B/N , copre e toglie, qui eleva di più la maestria e il mestiere di questo gigante del fumetto italiano.
Si chiude l’albo con la soddisfazione di leggere una storia appassionante e avventurosa così come la concepiva il caro e sempre rimpianto Sergio al quale non può andare il pensiero a fine lettura. Con un senso di gratitudine per aver consegnato al regno della fantasia e dell’intrattenimento disegnato , un eroe che ha appassionato migliaia di lettori di ogni età.

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